Passiamo in media il novanta per cento del nostro tempo in un ambiente chiuso, da casa, a scuola o in ufficio, ma anche banalmente in ristoranti, musei, negozi, ospedali, mezzi pubblici. Una percentuale che sale anche al 100 per cento per alcune categorie più deboli, come bambini e anziani. Vi siete mai chiesti allora com’è l’aria che respiriamo in questi ambienti? Troppo spesso, infatti, l’attenzione generale è rivolta all’inquinamento atmosferico esterno, ai picchi e superamenti del Pm10, alle misure anti-smog pensate nelle città per combattere le continue emergenze invernali. Eppure anche in casa o a scuola la qualità dell’aria è tutt’altro che da sottovalutare. Negli ultimi anni il problema dell’inquinamento indoor e del comfort ambientale è sempre più percepito dall’opinione pubblica come prioritario. Negli ambienti confinati o chiusi possono essere presenti elevati livelli di anidride carbonica (CO2) che influiscono negativamente sull’attenzione, sui livelli di stanchezza, e in generale sulla qualità della vita delle persone.
Per sensibilizzare i cittadini sul tema dell’inquinamento indoor, da quest’anno il Treno Verde, la storica campagna di Legambiente e Ferrovie dello Stato italiane, sta portando avanti nelle tappe del suo viaggio uno speciale monitoraggio dedicato all’inquinamento indoor, grazie al supporto dell’Istituto sull’Inquinamento Atmosferico del CNR e dell’Università IUAV di Venezia.
“Le campagne di monitoraggio che stiamo eseguendo durante le tappe del Treno Verde – dichiara Lucia Paciucci, dell’Istituto sull’Inquinamento Atmosferico del CNR – mostrano come l’aria all’esterno sia spesso meno inquinata di quella in ambiente confinato, sebbene le concentrazioni fino ad ora riscontrate siano al di sotto dei limiti di legge”. I Composti Organici Volatili (VOC) sono un insieme di sostanze che possono essere emesse da pitture, lacche, pesticidi, prodotti per la pulizia, materiali da costruzione, materiale per ufficio (come adesivi, marcatori, stampanti, fotocopiatrici, ecc.). “Il problema – conclude Paciucci – è che passiamo quasi il 90% del nostro tempo in luoghi confinati, per cui dovremmo prestare molta attenzione alla qualità dell’aria presente in tali ambienti chiusi. Troppo spesso, invece, non è così”.