Inquinanti emergenti

Inquinanti emergenti

Competenze di Area

Recentemente, con lo sviluppo di nuove tecnologie e processi e con il miglioramento della sensibilità analitica degli strumenti, l’interesse di scienziati e legislatori si è allargato oltre che agli inquinanti regolamentati e ai POPs, anche a nuove classi di sostanze Tali composti possono essere classificati come Contaminanti Emergenti (ECs), esempi ne sono plastificanti, nuovi pesticidi, prodotti per la cosmesi, pulizia e farmaci a cui spesso sono associati effetti come cancerogenesi, mutagenesi, irritazioni, sensibilizzazione, e disfunzioni, della riproduzione e del metabolismo come nel caso dei Distruttori Endocrini (EDs). Per quanto riguarda il comparto atmosfera, Questi composti possono essere originati e dare origine da diversi processi, di conseguenza il loro studio è notevolmente arricchito dalla valutazione parallela degli altri inquinanti.

I contaminanti emergenti sono solitamente definiti composti chimici che non sono attualmente (o sono stati solo recentemente) regolamentati e su cui esistono preoccupazioni in merito al loro impatto sulla salute umana e sull’ambiente. Questa definizione lascia però spazio ad ulteriori classificazioni: le cosiddette Nuove Sostanze dovute all’evolversi della tecnologia e dei processi industriali, nonché all’introduzione di nuovi prodotti (es. stampanti 3D); i composti definiti “Ri-emergenti” connessi a vecchie tecnologie, che non sono stati smaltiti o rimossi dagli ambienti e che, soprattutto in indoor, nel tempo tendono ad essere riemessi (es. PCBs); Sostanze che ora possono essere identificate, data la disponibilità di strumenti ad elevata sensibilità e risoluzione che consentono analisi in ultra tracce; Sostanze con valutazione differente, cioè quelle sostanze i cui livelli di tossicità vengono rivalutati sulla base di nuovi aspetti e parametri legati ai progressi scientifici o anche all’ ente preposto alla valutazione (es. IARC), con conseguenti continui aggiornamenti delle liste dei contaminanti della Convenzione di Stoccolma (Salthammer 2020).

Referente d’area: Catia Balducci

Per alcuni degli ECs e per i loro sottoprodotti, sono noti i potenziali effetti negativi sulla salute dell’uomo e sull’ambiente, per altri esistono poche informazioni sulla loro capacità di diffusione e trasporto nelle varie matrici ambientali e sui prodotti della loro degradazione. A tale riguardo una ulteriore variabile è legata ai cambiamenti climatici che con l’innalzamento delle temperature possono modificare i meccanismi che regolano reattività, degradazione, trasporto e deposizione.

La gran parte dell’impegno scientifico rispetto ai contaminati emergenti è rivolto verso il comparto acqua ed il suo ecosistema (Álvarez-Ruiz and Picó 2020; Patel et al. 2020; Čelić et al. 2021). Gli studi mirano essenzialmente alla definizione di nuovi metodi di identificazione e remediation (Bilal and Iqbal 2020; K’oreje et al. 2020; Naddeo et al. 2020; Oller and Malato 2021), e alla valutazione degli effetti i tossicologici. Nonostante lo studio dei contaminanti emergenti nella prima fase sia stato focalizzato prevalentemente sul comparto acquoso, il comparto atmosferico rappresenta senza ombra di dubbio il più grande fra quelli ambientali e quello che consente lo scambio a livello planetario di tutti gli inquinanti. Relativamente agli studi atmosferici sugli ECs, prevalgono soprattutto quelli relativi alle zone artiche e del Nord Europa in cui la maggior parte dei microinquinanti tende ad accumularsi e depositarsi. Ciò favorisce l’arricchimento e quindi l’identificazione di questi composti in queste aree (Mazur et al. 2020; Xie et al. 2020) ma anche l’impatto sugli ecosistemi (ei. bioaccumulo, biomagnificazione). A partire dal 2018 è sempre maggiore l’impegno degli scienziati in relazione agli inquinanti emergenti in atmosfera. I primi progetti di ricerca pluriennali hanno portato i primi risultati in termini di pubblicazioni proprio nell’ultimo periodo (Saini et al. 2020; Röhler et al. 2021). La ricerca deve affrontare molteplici aspetti: la determinazione analitica delle specie (tecniche di campionamento, sviluppo di metodi analitici dedicati, librerie), lo studio dei diversi ambienti atmosferici (urbano, suburbano, rurale, remoto.), lo studio dei processi (trasporto, ripartizioni tra fase, degradazione e trasformazione), l’analisi degli aspetti tossicologici ( Conde-Cid et al. 2018; Saini et al. 2019; ; Chávez et al. 2020; Röhler et al. 2020). A questi aspetti va aggiunto il problema delle microplastiche che destano sempre più interesse per il loro altro alti livelli di contaminazione dell’ambiente e rappresentano un mezzo di trasporto e rilascio di microinquinanti organici “vecchi e nuovi” in tutti i comparti.

La ricerca nei settori illustrati è in continua espansione e in questa fase lascia ancora spazio a possibilità di inserimento dell’Istituto a buoni livelli.

In aggiunta alla possibilità di effettuare ricerca nell’ambito dei contaminanti emergenti, non vanno sottovalutate le possibilità di applicazione delle competenze della sotto-area nell’ambito degli inquinanti organici in genere: in fase gassosa, in fase particolata, su altre matrici atmosferiche e non.

Capacità dell’Area di ricerca

L’area di ricerca “Inquinanti emergenti” dispone di personale di ricerca e personale tecnico con un’elevata qualificazione in termini di competenze e responsabilità in ambito lavorativo. Inoltre vanta di risorse prestigiose, quali assegnisti di ricerca, che svolgono un lavoro di importante collaborazione e supporto all’interno dell’area avendo la responsabilità del regolare svolgimento del lavoro e l’opportunità di crescita personale e lavorativa all’interno dell’IIA e dell’ambito considerato.

LABORATORI E STRUMENTAZIONI

Laboratori mobili Ex Galileo

Laboratori mobili Ex Galileo

Caratteristiche del laboratorio mobile: Il laboratorio mobile è costituito da due vani. Uno più grande anteriore e un piccolo vano posteriore. Il vano adibito a laboratorio è climatizzato, è dotato di illuminazione interna ed è coibentato termicamente. E’ largo 1.25...