Il progetto POR Habitat 2250 mira all’azione di monitoraggio degli habitat *2250 “Dune costiere con Juniperus spp.”, parte integrante delle attività previste nell’ambito del progetto “Rete Natura 2000: azioni di monitoraggio di habitat (*2250, *9210, *1120, *8330, *1170) e specie (Stipa austroitalica, Charadrius alexandrinus, Larus audouinii) della Regione Puglia. Grazie anche alla collaborazione del CNR-IIA sarà sviluppata una metodologia integrata che utilizza sia dati in situ che dati da remote sensing.
Ci si propone di effettuare il monitoraggio dell’habitat 2250* nel SIC IT9110015 – “Duna e lago di Lesina-Foce del Fortore”, che rappresenta una delle aree regionali più significative per la presenza dell’habitat 2250*, nonostante l’insistenza delle numerose pressioni.
Tra gli obiettivi quello di sviluppare e testare una procedura di riconoscimento automatico dell’habitat basata sull’utilizzo di un approccio a regole derivanti dalla conoscenza esperta dei siti, attraverso l’uso combinato di dati telerilevati e dati di campo; la caratterizzazione dell’habitat in termini di “struttura e funzioni”; la selezione di un set di metriche di paesaggio ad hoc al fine di fornire un’analisi del mosaico territoriale e del livello di frammentazione; la definizione della presenza e del grado di disturbo, sia attraverso la raccolta e l’analisi di dati in campo sia attraverso l’elaborazione di dati telerilevati; l’individuazione di indicatori pressione-stato-risposta, alla fine del secondo anno di progetto.
L’habitat prioritario *2250 è caratterizzato da vegetazione legnosa, a dominanza di ginepri, che si rinviene sulle dune stabilizzate lungo le coste sabbiose del Mediterraneo. Attualmente questo habitat ha, sul territorio pugliese, un’estensione lineare di quasi 90 km, coprendo una superficie di circa 255 ha, ma si presenta in forte riduzione rispetto alla sua area di distribuzione potenziale e risulta inoltre soggetto a numerosi fattori di disturbo. Le principali pressioni che insistono sull’habitat a livello regionale sono connesse prevalentemente all’urbanizzazione e alla cementificazione delle coste ed alle attività ricreative balneari, nonché all’erosione costiera. Altri fattori di pressione che possono causare l’ulteriore degradazione dei ginepreti costieri sono la diffusione di specie aliene, incendi, pascolo ed ampliamento delle aree agricole.