Il progetto TERRE vede coinvolti vari istituti del CNR (CNR-IIA, CNR-IBE, CNR-IPCB, CNR-IRSA) e l’Università degli Studi della Tuscia e ambisce a migliorare l’infrastruttura tecnologica delle pratiche agricole, combinando lo sviluppo di nuovi prodotti agricoli agenti da biostimolanti della crescita delle piante, con quello di nuovi sensori, basati entrambi su materiali intelligenti nano-strutturati, con l’intento di mantenere la competitività dei raccolti e delle aziende agricole, migliorando al contempo la protezione delle risorse naturali e preservando l’ecosistema suolo.

TERRE propone un modello bioispirato multifunzionale implementabile con una tecnologia basata sui principi dell’elettrofilatura polimerica per ottenere dei dispositivi nanofibrosi versatili e modulabili in una pletora di architetture (garze, tessuti, reti, vasi) e combinazioni chimiche per applicazioni in sistemi agricoli. Tali dispositivi potranno essere facilmente sviluppabili utilizzando come risorse principali alcune categorie di scarti agro-industriali, rientrando nei meccanismi di un modello ispirato alla natura e ai principi di economia circolare. Essi saranno attivati sia con agenti nano-biostimolanti (dedicati allo sviluppo delle coltivazioni), sia con agenti “sensibili” (sviluppo di sensori) alle variazioni gassose/volatili (volatolomica) dell’ecosistema suolo-pianta, divenendo un modello innovativo per migliorare l’infrastruttura tecnologica delle pratiche agricole.

Infatti, la combinazione di prodotti innovativi per l’agricoltura con sensori in grado di monitorare il loro stesso funzionamento, manterrà la competitività dei raccolti e delle aziende agricole, migliorando, nello stesso tempo, la protezione delle risorse naturali e del suolo.

Il modello proposto in TERRE è guidato da un approccio waste-to-wealth, dove tutti i prodotti vengono riutilizzati, come in natura, in un modello circolare di valorizzazione dei rifiuti. Quindi scarti agro-industriali (gusci di frutta secca) o biomasse infestanti (macroalghe nelle lagune) o residui di processi biotecnologici (pareti di lieviti e funghi) diventeranno la base per nuove risorse “intelligenti” da riutilizzare in sistemi agricoli sostenibili e controllati.

TERRE si propone di implementare innovazioni tecnologiche con ricette definite e metodologie green, ottimizzando il reperimento di risorse utilizzate nei cicli di produzione (scarti) focalizzandosi anche, oltre che nello specifico sulla salvaguardia del suolo e dei sistemi ad esso correlato, sulla riduzione dei costi e dei consumi energetici, adattandosi al piano d’azione dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile, limitando l’utilizzo di nuove risorse e riducendo le emissioni di CO2.

Fra le collaborazioni nazionali nell’ambito del progetto figurano l’Università di Siena, CREA, il Biodistretto Etrusco Romano, la Cooperativa Agrivesuvio.