Il quotidiano “La Gazzetta del Mezzogiorno” dedica una pagina alle attività di ricerca del CNR-IIA di Bari.

Nell’ambito della collaborazione tra l’Area territoriale di Ricerca di Bari del CNR ed il giornale, iniziativa nata nel giugno 2022 per “ridurre la distanza fra la città di Bari e Cnr, perché la città percepisca la ricerca come un «bene comune», come una risorsa, come una prospettiva per il futuro, come un valore costruttivo e fecondo”, uno spazio dedicato sul quotidiano alle attività di ricerca dei 17 Istituti facenti parte dell’Area barese, a Luglio è stata la volta dell’Istituto sul’Inquinamento AtmosfericoSede secondaria di Bari – di mostrare alcune delle attività in essere.

Come si legge nell’articolo, i colleghi hanno illustrato i progetti focalizzati sul territorio dell’Alta Murgia, altopiano carsico inserito nella “Rete Natura 2000” dell’Unione Europea e tutelato sin dal 2004 dall’istituzione dell’omonimo Parco Nazionale. Da oltre 10 anni il gruppo di Osservazione della Terra, guidato attualmente da Maria Adamo, collabora con il Parco alla sperimentazione di nuove tecnologie di telerilevamento per il monitoraggio del territorio e l’individuazione dei cambiamenti. I dati satellitari, insieme ai
sistemi informativi geografici, alle misure effettuate in loco, alle metodologie avanzate di calcolo e alle tecniche di intelligenza artificiale consentono di svolgere attività di monitoraggio ambientale sull’area del Parco.

Queste attività sono finanziate da numerosi progetti di ricerca regionali, nazionali ed europei che valorizzano la multidisciplinarietà del gruppo. Progetti quali “Coheco”, finanziato dal programma operativo regionale (Por) della Puglia  e “NewLife4Drylands”, supportato dal programma Life dell’Unione Europea, basati sulla raccolta ed interpretazione di dati satellitari per la definizione dei mutamenti del territorio nel tempo.

Di recente è stato avviato anche il progetto “MoIRA: MOnitoraggio forestale: Incendi e ripresa in Alta Murgia” nell’ambito del programma “Parchi per il Clima 2020”,  con l’obiettivo di migliorare la valutazione del rischio di incendi e la stima dei danni sulla vegetazione.